Sono sempre più numerosi i contribuenti, privati e aziende, che si rivolgono a professionisti del settore per opporsi alle pretese dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia.
Le famigerate cartelle esattoriali, come gli avvisi di accertamento, possono essere impugnati e contestati e le sentenze di condanna nei confronti di Equitalia, dai tribunali di merito fino alla Cassazione, si moltiplicano.
Ma quali sono gli atti che un contribuente può impugnare e contestare?
- avviso di accertamento;
- avviso di liquidazione;
- provvedimento che irroga le sanzioni;
- ruolo e cartella di pagamento;
- avviso di mora;
- iscrizione di ipoteca sugli immobili e fermo di beni mobili registrati;
- atti relativi alle operazioni catastali;
- rifiuto espresso o tacito della restituzione di tributi e sanzioni;
- revoca di agevolazioni;
- rigetto di domande di definizione agevolata di rapporti tributari
Quali sono le motivazioni alla base delle contestazioni?
- Difetto di notifica
- Difetto di relata
- Difetto di motivazione
- Mancata o invalida firma del dirigente
- Illeggibilità o assenza della data di notifica o di spedizione
- Assenza del contenuto minimo ed essenziale
- Condotta colpevole per pretese di pagamenti non esigibili
- Mancato accesso agli atti
- Applicazione di interessi usurari
È fondamentale rivolgersi a professionisti nell’ambito tributario per accertarsi della legittimità o meno delle pretese di Equitalia e per informarsi su quali siano le azioni possibili per tutelarsi.
Hai bisogno di aiuto?
RICHIEDI UNA CONSULENZA
oppure inviaci una mail